Articolo scritto dalla contributor Margherita Castronuovo
Per festeggiare i miei trent’anni, il mio compagno mi ha regalato una cena che sognavo da una vita. L’esperienza è stata, nel complesso, molto positiva, e qui vi racconto la mia serata, cosa abbiamo mangiato e quanto si spende in questo ristorante stellato vegetariano.
Menù e prezzi del Joia, ristorante vegetariano stellato a Milano
Conosciutissimo un po’ da tutti a Milano, ma anche parecchio rinomato da tutta la comunità vegana e vegetariana italiana ed internazionale, il Joia è stato il primo ristorante totalmente vegetariano a ricevere la stella in Europa, nel 1996.
Il ristorante è stato aperto nel 1989, quando ancora la cucina vegetariana non godeva del successo che ha oggi: da sempre, l’obiettivo dello chef (che è tuttora il fondatore del locale, Pietro Leemann) è quello di “divulgare” una cucina a base vegetale, per avvicinare le persone ad una alimentazione più sana e sostenibile, anche in un contesto gourmet, in cui – almeno per la maggior parte dei casi – l’attenzione ricade principalmente su carni, pesce e derivati animali.
In questo locale, invece, il menù è interamente vegetariano e per la maggior parte vegano. Vi avviso che si sente tanto l’influsso della cucina asiatica, sia per quanto riguarda l’utilizzo delle spezie, che degli alimenti stessi (ci sono, ad esempio, molti fermentati, salse agrodolci, ecc.)
Alla sera non c’è la possibilità di ordinare alla carta, ma si può fare esclusivamente la degustazione.
I prezzi sono in linea con l’offerta stellata italiana, e vi dirò, per la verità sono più bassi che in altri locali a Milano non stellati, nel senso che si spendono dai 110 ai 130€ a testa, a seconda del numero di piatti che compongono il menù, però io vi assicuro che per saziarvi il menù da 110€ è più che sufficiente, perché le porzioni sono più abbondanti che in altri stellati.
Attualmente (luglio 2023) Joia offre due menù degustazione, “Zenith”, da 130 €, “Enfasi della Natura” da 120€, che diventano 110 se si tolgono la zuppa e il formaggio. I menù degustazione (i cui piatti cambiano ogni 3/4 mesi circa) non comprendono acqua, vini e coperto e devono essere ordinati da tutto il tavolo.
Menù degustazione Zenith con e senza vini abbinati
Ho sempre desiderato provare questo ristorante e quindi per assaggiare quante più portate possibili ed apprezzare a pieno lo stile dello chef ho voluto provare il menù degustazione “Zenith”, contenente 8 portate, delle quali 2 sono dessert. Oltre a quelle, è compreso l’amuse bouche e la piccola pasticceria a fine pasto, che si basano sulla fantasia dello chef.
Oltre al menù degustazione, c’è la possibilità di abbinare i vini proposti dal ristorante, con un rincaro che va, a seconda della scelta del vino, da € 35,00 a testa ad € 90,00 a testa in più. Noi abbiamo invece scelto di prendere solamente una bottiglia di vino rosé da 35 € circa, e, non essendo dei grandi intenditori, ci siamo fatti consigliare. In carta dei vini trovate bottiglie a quel prezzo, fino ovviamente a vini molto più costosi.
Devo dire che abbiamo fatto una scelta giusta, perché la leggerezza del vino si è sposata perfettamente con la degustazione, che vi anticipo: è stata davvero impegnativa! Non mi aspettavo di saziarmi così tanto, ma a metà cena ero praticamente piena. Preparatevi perché non uscirete per nulla affamati.
Il menù degustazione Zenith di Joia a Milano: recensione
Passo adesso a descrivervi un po’ quello che abbiamo mangiato. Inutile dire che mi è piaciuto tutto moltissimo, anche i piatti che al primo impatto mi hanno sorpreso, perché non mi aspettavo che avrei provato abbinamenti del genere.
Un piatto che mi ha stupito molto è stato un cappuccino salato, sul cui fondo c’erano taccole croccanti, pomodori in diverse consistenze, fave ed una fonduta di pecorino, il tutto da pescare con quattro cucchiai, ognuno dei quali contenente una salsa diversa. Quello che più mi ha sorpresa è stata la schiuma del cappuccino, che era di latte vaccino! L’affondare il cucchiaio e sentire un sapore così familiare abbinato a qualcosa di così buono e mai assaggiato prima mi ha lasciata davvero stupefatta.
Un’altra portata che ho apprezzato molto è stato un omaggio a Gualtiero Marchesi, una zuppetta fredda allo zafferano davvero ottima, nonché il primo antipasto, a base di asparagi croccanti e salsa alle fragole, veramente ottimo.
L’unico piatto che mi ha convinto un po’ meno è stato il risotto, di cui avevo sentito parlare benissimo. Risotto vegano, mantecato con il latte di cocco e una crema di formaggio vegetale sopra, al basilico e mango. L’ho trovato un po’ troppo pesante, forse perché ero già un po’ sazia, o forse perché non mi aspettavo una componente di grasso così preponderante (sicuramente era voluta e quindi credo proprio che il problema sia il mio gusto.)
Il mio piatto preferito invece è stato un magnifico tempeh marinato e cotto a lungo: io ho provato a cucinare il tempeh e mi ha convinto sempre molto poco, mentre di questo ho amato ogni singolo boccone, che si scioglieva in bocca.
In ogni piatto comunque c’è sempre stato un contrasto tra il croccante ed il morbido, il dolce e il salato, il fresco ed il caldo. Veramente tutto particolare e soprattutto molto goloso.
Molto interessante anche la degustazione di formaggi, vegetali e non, comunque tutti fatti con il caglio vegetale: non so se lo sapete, ma la maggior parte dei formaggi in commercio non sono vegetariani in quanto fatti con il caglio animale, che si estrae dallo stomaco del vitello (mentre Leeman ha spiegato che chi sposa integralmente la filosofia vegetariana dovrebbe fare attenzione anche al caglio).
Oltre a quanto compreso nel menù, c’è stata portata una entrée e la piccola pasticceria alla fine. Il pane di loro produzione buono, senza (per fortuna, direi) burro o olio in accompagnamento. I dessert entrambi ottimi ed abbondanti.
Joia a Milano: location e servizio
Il ristorante si trova in Porta Venezia, a due passi dalla metro, in una via che non definirei bella. Da fuori passa quasi inosservato, anche perché è circondato da moltissimi altri localini.
Una volta entrati, di sicuro non si può dire che il locale non sia bello, ma c’è un ma: la saletta principale è piccola e molto rumorosa, soprattutto a ristorante pieno (come– mi hanno detto- spesso accade). C’era abbastanza spazio tra un tavolo e l’altro, ma sentivo tutto quello che dicevano i miei vicini di tavolo; inoltre, il servizio era veloce, ma a tratti nervoso, come se facesse fatica a muoversi con agilità: i camerieri erano tanti, molto giovani, e sembravano quasi tutti un po’ in difficoltà a stare al passo.
Non mi sono sentita, forse per questi motivi, coccolata quanto mi aspettavo. Nonostante la cortesia, ho trovato tutti un po’ freddi e distaccati, il che non mi ha fatta sentire a mio agio al 100%.
Lo chef, invece, molto carinamente, è passato in tutti i tavoli a chiedere come fosse andata, e io non sono riuscita a dirgli altro che “complimenti”, ma ero – nonostante le piccole pecche del servizio – davvero entusiasta.
Giudizio finale sul ristorante stellato vegetariano Joia
È stata decisamente la miglior esperienza (anche e soprattutto per il rapporto quantità-qualità/prezzo) che abbia mai avuto in un ristorante stellato: quello che mi è piaciuto di più però è uscire da lì con la consapevolezza – che si sposa perfettamente con la filosofia dello chef – che si possa seguire un’alimentazione per lo più vegetale senza per questo dover rinunciare ad alcun tipo di esperienza gastronomica.
Joia
Via Panfilo Castaldi, 18 (M1 e Passante Porta Venezia)
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Articolo scritto dalla contributor Margherita Castronuovo
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