Articolo scritto dalla contributor Giulia Minguzzi
Se siete appena tornati dalle vacanze e cercate un luogo che vi faccia quasi dimenticare di essere in città, sappiate che esiste una piccola oasi nel neonato (e riqualificato) quartiere del Naviglio Pavese (NaPa) dove si respira un’atmosfera unica, rilassata ed elegante allo stesso tempo. In un cortile arioso all’inizio di via Imperia sorge infatti il ristorante Distreat a Milano: un progetto dinamico che, grazie agli spazi di cui dispone, copre tutte le occasioni di convivialità, dalla colazione, passando per il pranzo, fino all’aperitivo e alla cena. Una volta varcato l’ingresso, qualunque sia il momento della giornata in cui vi recate qui, preparatevi a farvi sorprendere e coccolare dalle proposte gastronomiche di Distreat.
Una cena in cortile: location e servizio
DistrEat nasce sulla riva del Naviglio Pavese dando nuova vita a un vecchio deposito di riso, l’ex Riseria Metalla, e si pone subito come nuovo aggregatore culturale e gastronomico del distretto (termine da cui prende il nome con un gioco di parole all’inglese) urbano che percorre tutto il canale, con iniziative musicali e artistiche. Tra i locali di tendenza in zona ci sono anche il ristorante di Claudio Sadler, l’enoteca Cantina Urbana con la sua neonata osteria situata poco più avanti e la storica Osteria Grand Hotel (che un tempo era una balera come quella dell’Ortica).
Un grande cancello lascia intravedere angoli nascosti dell’esclusiva location e l’insegna di design in metallo che reca il nome del locale preannuncia l’esperienza ricercata e intima che si andrà a sperimentare non appena entrati. Bastano pochi passi per ritrovarsi in una piazza raccolta, un cortile moderno, tra ghiaia e legno, con al centro un po’ di verde a fare da contrasto alla moderna struttura grigia che si snoda attorno ai tavoli.
Con l’estrema gentilezza e professionalità del personale di sala, si viene accompagnati al tavolo e arriva subito una selezione di pane artigianale e snack salati per spezzare la fame. Ma l’attenzione per il cliente non svanisce dopo l’accoglienza, rimane per tutta la durata del servizio, coccolando l’ospite e approfondendo la spiegazione di ogni piatto, come da manuale di un ristorante stellato.
Cosa si mangia da Distreat: menù e prezzi
Le proposte in carta seguono la stagionalità e cambiano spesso, proprio per garantire la migliore qualità delle materie prime che vengono usate in cucina.
Distreat porta in tavola la tradizione italiana (e milanese) giocando con la creatività e un pizzico di contemporaneità. Tra gli antipasti ho provato la “Crema di fave, emulsione di ricci di mare, panna acida, uova di trota ed erba ghiaccio”(19€): una sorta di gazpacho che avvolge il palato in un alternarsi di consistenze e sapori, in perfetto equilibrio per creare un leggero entrée e favorire delicatamente l’appetito. Da non perdere anche il loro baccalà mantecato su polenta fritta (17€), una vera delizia per aprire le danze.
A seguire, data la mia adorazione per la cipolla rossa, non potevo rinunciare al “Risotto con crema di cipolla di Tropea al vino rosso, fonduta di strachitunt, salsa al basilico e cipolla bruciata”(19€), una scarica di dopamina a ogni assaggio: mantecatura perfetta, sapori egregiamente bilanciati e un profumo inebriante non appena il piatto arriva al tavolo. Invece, le “Pappardelle con ragù di bufala, asiago stravecchio 48 mesi” (19€) mi hanno riportato, con una sola forchettata, ai ricordi d’infanzia, quando la domenica mattina appena sveglia potevo sentire il profumo di ragù preparato con tanto amore dalla mia cara nonna romagnola.
Tra i secondi la scelta ricade su tre opzioni: un piatto vegetariano (“Asparagi rosa di Mazzago, crema di lodigiano, tuorlo marinato, tarassaco”, 24€), un piatto di carne (“Filetto di maiale cotto a bassa temperatura, chutney di fragole e ibisco, foglie di senape”, 24€) e uno di pesce (“Trancio di branzino arrosto, salsa bercy, biete colorate”, 26€).
Per chi non sa rinunciare alla tradizione dura e pura, una sezione del menù propone “Gli irriducibili”, ovvero piatti della tradizione gastronomica italiana e, in particolare, lombarda, come il Risotto alla milanese (17€), la Trippa alla milanese (20€), oppure anche la Tartare di fassona piemontese (24€) e la Guancia morbida di mora romagnola alla cacciatore con purè (24€).
Nonostante la fonduta di strachitunt (un formaggio erborinato a latte crudo tipico della zona di Bergamo, come spiegatomi dal cameriere) fosse davvero impegnativa, c’è sempre spazio per il dolce. Il dolce italiano più tradizionale di sempre non poteva mancare in carta, anche se rivisitato in chiave moderna, sempre facendo leva sulle consistenza: lo Sfogliamisù (10€), un tiramisù scomposto fatto con pezzi di millefoglie, crema al mascarpone e spruzzi di caffè e cacao. Infine, un assaggio di Sicilia, con Brioche gelato al pistacchio , cioccolato e meringa (10€).
Recensione finale: come si mangia da Distreat
A metà tra casual dining e ristorante contemporaneo, DistrEat secondo me è la meta ideale per una cena intima di coppia o per festeggiare un’occasione speciale (com’è stato nel mio caso), ma è perfetto anche per una cena o un aperitivo tra amici e colleghi, proprio per la disponibilità di ampio spazio e di lunghe tavolate all’aperto (soprattutto durante la bella stagione).
L’ambizione creativa in cucina porta gli chef a rivisitare alcuni grandi classici e a proporre accostamenti insoliti: chi ama sperimentare, amerà questo luogo.
Personalmente mi sono lasciata stupire una portata alla volta, assecondando quelli che sono i miei gusti e provando ad ascoltare i suggerimenti dei camerieri (preparatissimi). Ho apprezzato la cura per il cliente e la premura nello spiegare ogni piccolo dettaglio non chiaro sul menù. La filosofia che li guida è alla base di tutto il loro progetto di ristorazione: creare un “distretto” dove stare bene dalla mattina alla sera, grazie alla proposta gastronomica orgogliosamente italiana e il coinvolgimento di realtà artistiche locali.
Distreat
Via Imperia, 3
Articolo scritto dalla contributor Giulia Minguzzi
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